22 Ottobre 2024
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Il Conte Tommaso Tittoni - L'impegno politico

30-08-2024 16:17 -
San Felice Circeo fu grato a questa famiglia, tanto da dedicare la più importante via del piano al suo più significativo rappresentante, Tommaso Tittoni, padre di Antonio, al quale comunque si deve la prioritaria paternità di aver scelto il Circeo come nido privilegiato, nonostante i suoi diversificati interessi altrove. Ma del ruolo politico di Tommaso è doveroso sintetizzare l'operato, che non è quello della fase finale della sua vita (muore il 7 febbraio 1931 a Roma), come presidente del Senato (dal 1° dicembre 1919 al 21 gennaio 1929, come primo presidente dell'Accademia dei Lincei (28 ottobre 1929-16 settembre 1930), la più importante istituzione culturale dell'Italia fascista e con altre cariche onorifiche.

E neppure di particolare interesse fu l'interim come presidente del Consiglio dal 16 al 28 marzo 1905, come successore di Giovanni Giolitti. In quest'ultimo frangente Giolitti aveva presentato le dimissioni nella difficile vertenza per la statalizzazione delle ferrovie, affidando a Tittoni il compito di avviare il dibattito alla Camera, che porterà alla costituzione del primo governo Fortis. La sua peculiarità politica è come ministro del dicastero degli esteri (dal 3 novembre 1903 al 12 marzo 1905 con Giolitti; dal 28 marzo al 24 dicembre 1905 con Fortis; dal 29 maggio 1906 all'11 dicembre 1909 con Giolitti e dal 23 giugno al 26 novembre 1919 con Nitti) nell'ambito dell'indirizzo di Giolitti. Questi all'inizio del novecento si ispirava a un liberalismo moderato e pragmatico, aperto anche al sociale e riluttante nei confronti di isterismi clericali e anticlericali.

E anche nella politica estera non concedeva illusioni imperialistiche a una Italia, che allora, come oggi, non poteva reggere il confronto con le grandi potenze europee. Tommaso Tittoni agisce oculatamente e con avare soddisfazioni in questo ambito. Nel gennaio del 1909 non si placa la tensione fra Italia e Austria per la unilaterale annessione all'impero asburgico della Bosnia ed Erzegovina, che nel novembre dell'anno precedente a Vienna aveva provocato lo scontro fra studenti italiani e austriaci, in nome dell'irredentismo italiano e contro l'imperialismo espansionistico austriaco. La tensione è incandescente, perché in un articolo pubblicato dal “Danzer's Armèe Zeintung”, giornale viennese vicino ai vertici militari imperiali, si auspica di punire l'Italia, con una guerra preventiva, anche approfittando della difficile situazione italiana alle prese col terremoto, che ha appena devastato Reggio Calabria e Messina (28 dicembre 1908) con 110.000 morti. Il ministro degli esteri Tittoni avrà assicurazioni dal collega austriaco, che si dissocerà dai militari.

Ma le promesse del governo asburgico per dare soddisfazione agli italiani irredenti con l'istituzione di una università a Trieste e con la concessione all'Italia di un piccolo lembo di Friuli (Aquileia), resteranno lettera morta. Tittoni ne trasse le conclusioni e annunciò le dimissioni da ministro, ma il presidente del Consiglio Giolitti non ne volle sapere e continuò l'impari confronto con i potenti vicini, di cui l'Italia era l'alleato povero (Triplice Alleanza: Germania, Austria e Italia). Ma i tempi stavano evolvendo e maturando. Nella sua veste di ambasciatore a Parigi, su sollecitazione del governo italiano (fine settembre 1914), Tommaso Tittoni sondava le trattative con le potenze della Triplice Intesa (Inghilterra, Francia e Russia) per un cambio di alleanze, che garantisse all'Italia più dignità e concessioni territoriali, che l'Austria non intendeva accettare. La “grande guerra” era già iniziata (agosto 1914), l'Italia si dichiarava neutrale, ma il 24 maggio 1915 entrerà in guerra contro gli austriaci, disconoscendo l'alleanza con gli imperi centrali, decisione da questi considerata come tradimento. Ma a ben guardare la storia, quella scelta non fu affatto un tradimento.

Sarà forse questa la soddisfazione personale e politica più grande di Tommaso Tittoni, che sicuramente meditò a lungo nella serenità della sua villa al Circeo, che il figlio Antonio aveva voluto per tutta la famiglia.

Spero che questo articolo ti sia tornato utile e se hai qualche consiglio sul prossimo scrivici in privato e lo faremo volentieri!


Massimiliano Maiolati Tel. 393-3186355

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